Diciamo la verità, non c’è niente di più rilassante di mettersi seduti sul divano ed ascoltare della buona musica in tutta tranquillità.
Ma cosa penseresti se ti dicessi che pomodori che ascoltano una particolare melodia possono crescere due volte e mezzo di più rispetto a quelli non trattati o che piante da frutto possono offrire frutti più grandi, dolci e saporiti, oltre che resistere meglio alla siccità?

Ebbene si, è proprio così, la musica fa bene alle piante e a testimoniarlo ci sono decenni di studi in tutto il mondo.
Inizialmente la scienza ufficiale ha guardato con scetticismo quest’ipotesi, ma col passare del tempo più studi hanno evidenziato che gli organismi vegetali rispondono agli stimoli musicali.

È stato addirittura osservato, che diversi tipi di suono influiscono in modo differente sulla loro salute agendo anche su aspetti emozionali.
La musica che noi gradiamo giova anche alle piante che entrano in risonanza con le emozioni provate.

Non è un caso che nei tempi passati e nelle tradizioni più antiche, i rituali agricoli erano quasi sempre caratterizzati da canti e musica, volti a propiziarsi le stagioni, far germogliare, crescere e raccogliere le piante.
L’uomo anche senza prove scientifiche ha sempre ipotizzato e inconsciamente sentito questo legame.

La musica può avere due tipologie di influenza sulle piante:

  • Meccanica
    Dovuta agli effetti meccanici del suono (risonanza, pressione, vibrazioni);
  • Elettrominietica
    Dovuta agli effetti elettromagnetici del suono, condotti da risonanze e vibrazioni energetiche.

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Musica e piante, gli studi

Già ne 1973, Dorothy Retallack, medico di Denver con la passione per il canto, pubblicò un piccolo manuale dal titolo ‘‘The sound of Music and Plants” nel quale elencava gli esperimenti condotti fin dal 1968.
Il medico aveva disposto le piante in stanze diverse, sistemato in ciascuna altoparlanti per diffondere particolari tipi di musica.
Le piante avevano cominciato a compiere progressi quotidiani, ma la cosa più sorprendente era la diversa reazione ai diversi tipi di musica.

Le piante trattate con suono costante erano morte dopo 14 giorni, mentre le piante con suono a intermittenza erano cresciute meglio di quelle in cui non era stato impiegato alcun suono.
Con altri esperimenti riuscì anche a stilare una classifica;
Le piante gradivano in primo luogo la musica del Nord dell’India, seguita dalla musica classica e in fine dalla musica jazz.
Questo lo portò a pensare che le piante preferivano il suono degli strumenti a corda rispetto a quelli a percussione

Nel 1950, il dott Singh, direttore del Dipartimento di Botanica all’University di Madras studiò al microscopio se “lo scorrere del protoplasma” dell’ Hydrilla verticillata, una pianta acquatica di origine asiatica, fosse influenzato o meno dal suono.

Così, Singh posizionò un diapason elettrico a due metri dalla pianta, osservando che la vibrazione emessa prima dell’alba causava un notevole aumento del protoplasma nelle foglie, che in condizioni normali si sarebbe verificato molte ore più tardi, dopo il levare del sole.

Anche lui come Retallack Singh sperimentò la musica Raga su un vasto numero di specie, tra cui cipolle, sesamo, ravanelli e patate dolci, ottenendo un incremento nella crescita, della fioritura, della fruttificazione e della produzione dei semi.
Ebbe ottimi risultati anche con le piante di riso, sugli arachidi e sul tabacco, che diedero un incremento di produzione fino al 60%.
Addirittura il suo metodo di stimolazione aumentava il numero di cromosomi di alcune specie di piante acquatiche e il contenuto di nicotina delle foglie di tabacco.

Gli studi sulla correlazione fra musica e crescita delle piante sono tanti nel mondo e testimoniano sia correlazioni positive che negative.
Infatti, si è visto che eccessi di volume o musica troppo invasiva possono invece procurare seri danni alla crescita dei vegetali.
Le piante esposte a un certo tipo di musica crescevano più velocemente e più alte di quelle normali, quelle troppo vicine agli altoparlanti subivano qualche danno alle foglie, ma le rese potevano aumentare anche del 20%.

Buona musica e vino

Come reagisce la vite alla musica? Esperimenti sulla vite hanno dimostrato che le piante trattate con la musica evidenziavano una superficie fogliare maggiore rispetto a quelle non trattate, sia in vigna che nei vasi. Con riflessi sulla qualità del vino e la diminuzione degli attacchi degli insetti e dei parassiti alle piante d’uva di oltre il 50%.
Numeri che possono bastare da soli a considerare l’impiego della musica fra i vigneti come buona prassi.