Da qualche anno in Puglia si sta sviluppando una particolare forma di emigrazione: “emigrano gli Ulivi”.
Nato come fenomeno in sordina, in un primo momento “viaggiavano” solo alberi che non davano più frutti; in seguito, si è cominciato ad assistere a veri e propri furti di piante secolari.
La Puglia vanta circa 60 milioni di ulivi, il cui prodotto viene lavorato da 254 mila aziende. Nel nostro DNA scorre, quindi, da sempre, olio d’oliva. Proteggere l’ulivo significa tutelare gran parte dell’economia pugliese ma anche del paesaggio di questa terra.
Per la verità la pianta d’ulivo è tutelata da un decreto regio di inizio Novecento, il quale stabilisce che solo gli alberi improduttivi possono essere sradicati dopo la necessaria autorizzazione dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di competenza. Tale legge regionale ha per finalità la tutela e la valorizzazione del paesaggio degli alberi di ulivo secolari e plurisecolari, “considerati nella loro dimensione produttiva, di difesa ecologica ed idrogeologica nonché elementi peculiari e caratterizzanti del paesaggio regionale”.
Il consiglio regionale pugliese ha approvato la proposta di modifica alla legge n. 14 di Giugno 2007, cioè la legge che tutela gli ulivi monumentali in Puglia. Tale modifica, a detta di alcuni, “consentirà la deroga ai divieti di danneggiamento, abbattimento, espianto e commercio degli ulivi monumentali, previsti dall’articolo 10 della legge, così da permettere la realizzazione di tutti i progetti edilizi approvati in epoca antecedente al mese di Giugno 2007”.
A difesa degli ulivi, va precisato, sono stati approvati nuovi emendamenti che prevedono l’obbligo di presentare un “progetto preventivo di espianto” che offra delle garanzie fideiussorie all’Amministrazione regionale, nel caso in cui gli ulivi espiantati non attecchiscano nella nuova collocazione.
Noi, in quanto cultori del verde, protendiamo per una “zonizzazione” della Puglia, che miri ad identificare le aree da tutelare, magari quelle che insistono nei pressi delle strade di maggiore scorrimento o in zone di particolare pregio paesaggistico e ambientale. Le restanti, andrebbero analizzate singolarmente, selezionando attentamente le piante che potrebbero essere spiantate e ricollocate altrove.
Siamo dell’opinione che gli ulivi rappresentano la nostra storia, costruita e cresciuta, come loro, nel corso di secoli.
La Natura non merita sacrificio per fini puramente economici.