Gli alberi comunicano fra loro attraverso colori, odori, impulsi elettrici e rumori, un linguaggio che noi purtroppo non comprendiamo.
Sono gli esseri vivienti più forti e longevi del pianeta, non hanno un sistema nervoso centrale non si muovono ed auto producono il loro nutrimento.
Sono quindi degli esseri viventi molto lontani da quello che noi siamo e conosciamo.
Per questo loro modo di essere in maniera miope li vediamo come esseri inanimati, ma così non è.
Per esempio sono in grado di emettere odori per comunicare fra loro e difendersi da parassiti
Pensa che è stato osservato che le giraffe brucando le acacie solo per alcuni minuti, subito dopo queste secernano una sostanza amara in grado di scacciarle.
Non si muovono quindi, ma sono vivi e reagiscono all’ambiente esterno.
E’ facile pensare che non siano l’unica specie di alberi ad avere una strategia di difesa chimica ed infatti non è così, anche le querce hanno un sistema simile ed è ovviamente ipotizzabile che ognuna a modo suo adotti una strategia.
Del resto non potendo scappare devono necessariamente adottare un altro sistema di difesa.
Per esempio alcuni alberi sono in grado di secernere sostanze che attirano insetti in grado di insidiare i loro aggressori.
Olmi e pini, quando sono assaliti dai bruchi richiamano con il loro profumo le vespe in grado di fare piazza pulita.
I messaggi olfattivi però hanno una limitazione e non possono arrivare troppo lontano.
Non è a stessa cosa invece per gli impulsi elettrici che tramite le radici arrivano ad altri alberi anche di specie diverse.
Questi messaggi si propagano grazie alla presenza di funghi e dei loro filamenti sotterranei, come le nostre linee di cavi in fibra ottica, raggiungendo così aree a chilometri di distanza.
Il bosco ci sembra in silenzio quindi, ma solo perché non sappiamo ascoltarlo, non è un caso che gli insetti attacchino solo gli alberi più deboli.
Anche l’occhio vuole la sua parte, ci verrebbe da dire per questo anche forme e colori servono a comunicare, basti pensare a come le api siano in grado di interpretarli.
Non solo, anche i rumori servono a comunicare e per esempio è provato che lo scricchiolio delle radici sia in grado di influire sull’orientamento dell’erba.
Noi non ce ne accorgiamo quindi, ma il bosco è un vero e proprio borgo caratterizzato dal suo continuo chiacchiericcio.
Un prova in più di come l’ignoranza dell’uomo sia un male per la salvaguardia delle specie e del mondo che ci circonda, sapere che le piante parlano ci aiuterebbe sicuramente a vederle con occhi diversi.
Fonte: Sandro Orlando