Il nome Viburnum tinus ha origini antiche e precisamente latine; deriva infatti dalla parola viere, verbo che significa “realizzare un intreccio”, in riferimento all’estrema flessibilità e tenacia dei suoi rami, e dal termine vovorna: “di zone selvatiche”.
Il Viburno, lentaggine o laurotino (tutti nomi con cui è conosciuta comunemente la specie) è un arbusto sempreverde della famiglia delle Caprifoliaceae (o Adoxaceae) che nasce spontaneo nelle regioni costiere del Mediterraneo (zona dell’olivo) sin dal XVI secolo e ha avuto grande diffusione nei giardini dell’Europa centrale e in Inghilterra.

Viene usato come siepe informale o per creare una cortina sempreverde utile a mascherare angoli di servizio del giardino (pompe, bomboloni del gas, vasche d’acqua). Può essere tenuta anche in aiuola o in balcone.

Alla notevole versatilità di utilizzo e alla grande rusticità climatica è da aggiungere poi una piacevole forma estetica.

La sua bellezza si impone grazie al fogliame e al suo morbido ed espanso portamento, oltre che per la sua bellissima fioritura cangiante che ben si contrasta con il fogliame verde scuro. La fioritura è coronata da bellissimi boccioli rosa scuro che man mano che si aprono diventano piccoli merletti bianco avorio.

A tale bellezza si aggiunge l’abbondanza dei frutti, bacche blu o violacee, anch’essi molto decorativi, specialmente in una stagione come l’inverno in cui poco offre alla vista un qualsiasi giardino

Il Viburnum Tinus può raggiungere un’altezza tra i 3 e i 4 metri ed è senza ombra di dubbio una pianta che dà innumerevoli soddisfazioni al giardiniere.
In natura esistono ben 120 varianti, derivanti da coltivazioni e selezioni poste in diversi Paesi del mondo.È, dunque, una pianta con caratteristiche più complesse di quello che si potrebbe pensare.

Esposizione e luminosità
Gradisce l’esposizione in pieno sole ma oltre al gradire la mezz’ombra, sopporta bene anche l’ombra dove vive benissimo, magari fiorendo un po’ meno e crescendo in maniera anomala (consistenza erbacea, steli allungati e foglie anomale e sovradimensionate) ma risolvendo parecchi problemi che si creano nella scelta di piante che accettino contesti difficili a livello luminoso.
In compenso tollera posizioni esposte al vento e all’aria salmastra.

Terreno
Non richiede terreni particolari, vanno bene anche se calcarei, e non sopporta gli eccessi idrici, ai quali reagisce perdendo le foglie. È una specie che tollera la salinità.

Possibili avversità
Le avversità che colpiscono il Viburno sono diverse e tutte degne di attenzione, in particolare si segnalano:
afidi neri del viburno (Aphis viburnii Scop. e Aphis fabae Scop.) che provocano, con la loro puntura l’accartocciamento delle foglie e la distorsione dei nuovi germogli; cimice (Lygus spp) che con le sue punture, provoca l’aborto delle gemme; tingide (Stephanitis pyri pyri F.) che in corrispondenza delle sue punture, conferisce alla lamina fogliare un aspetto traslucido ed argentato, quasi metallico e le foglie colpite, oltre a venire deturpate, accusano una diminuzione di efficienza funzionale; cocciniglia(Lichtensia viburni Signoret) la cocciniglia cotonosa del viburno, reperibile unicamente su Viburnum tinus L., è facilmente identificabile per le masse lanose bianche di cui sono ricoperte le femmine.

La concimazione

La concimazione è operazione da farsi solo nel primo periodo di messa a dimora e non è quindi necessario ripeterla ciclicamente, come accade per altre piante che richiedono maggiore cura perché più delicate.

Le modalità di propagazione: il metodo della taleazione
Per realizzare la propagazione si devono creare delle talee dai germogli laterali.
Queste talee devono avere una lunghezza di circa 10 cm. Vanno piantate in una miscela di sabbia e torba, all’interno di un cassone, con una temperatura di circa 16 gradi.
I periodi migliori per effettuare tale operazione sono i mesi di giugno-luglio oppure agosto-settembre.
Una volta che le piante hanno sviluppato le radici, possono essere trapiantate nel vaso e nella primavera successiva potranno essere messe definitivamente a dimora.

Curiosità
È fondamentale precisare che i suoi frutti sono tossici, contengono una sostanza nociva, la viburnina. Tuttavia, la presenza di questa pianta in un giardino assicura il tipico via-vai di volatili in cerca di cibo prelibato per sfamare i propri piccoli.
La corteccia c invece amidi, saccarosio, oli grassi e destrine ed è quindi usata a scopi farmacologici.
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